Vulnerabilità sismica
Supponiamo di conoscere l'accelerazione αc al suolo che provoca il collasso della struttura e che ci venga comunicato dalla normativa o da qualsiasi altra fonte l'accelerazione al suolo αs che con una probabilità data sarà raggiunta in un certo periodo di tempo. Il rapporto αc/ αs costituisce allora una sorta di coefficiente di sicurezza relativo al dato αs, alla probabilità di superamento ed al periodo considerato. Poiché dunque αs è correlata a questi fattori, è possibile anche ottenere un nuovo tempo di ritorno di αc, con la stessa probabilità di αs. Cioè, se si ritiene che che αs con una probabilità del 10% possa verificarsi in 100 anni, è possibile calcolare in che periodo di tempo si verificherà αc, sempre con la stessa probabilità. Questo tempo di ritorno di collasso è un numero molto più facile per la comunicazione di quanto non sia una probabilità o un fattore di sicurezza. Se si prende un testo su questo argomento si troveranno eleganti formule che scomodano anche gli logaritmi per fornirci queste relazioni tra quantità abbastanza comprensibili. Formule da calcolatrice tascabile o al massimo da foglio di calcolo, ma eleganti e facili da illustrare con grafici, tabelle e parole inconsuete.
All'Aquila la massima accelerazione di picco al suolo (PGA) registrata durante il terremoto del 6 aprile 2009 è stata di 0.63 g mentre quella attesa per un periodo di ritorno di 475 anni era di 0.28 g.
Si dirà che qualcosa si deve pur fare. Ineccepibile, ma è opportuno che si dia anche la chiarezza che il rigore delle formulazioni matematiche non dà lo stesso rigore e le stesse certezze nel risultato finale del processo. Cioè la “ipermatematizzazione” può nascondere il problema, minimizzare il timore del rischio ed esorcizzarlo riducendo così l'apporto critico del progettista. Il buon costruire non si sostituisce con una formula. La formula deve essere una indicazione operativa e non un sipario dietro al quale nascondere le nostre fragilità e le nostre incertezze.
Vi sono due problemi che queste eleganti formulazioni nascondono: la valutazione di αc è quanto mai problematica ed incerta, lo abbiamo visto, ma anche la valutazione di αc non è semplice come sembra a prima vista. Il primo problema non è di nostra competenza, il secondo invece lo è: è il nostro mestiere.
Se ci riferiamo ad un procedimento non lineare ed accettiamo le note approssimazioni legate al modo di rappresentare una accelerazione e al suolo come un insieme di forze applicate alla struttura, il modo di conoscere αc è concettualmente semplice: si aumenterò la forza che rappresenta as fino al raggiungimento di uno stato (limite) voluto.
Nel caso di analisi (dinamiche) lineari sarebbe necessario “simulare” il procedimento incrementale fino al raggiungimento dello stato (limite) voluto. La cosa sarebbe onerosa e contraddittoria. Si possono fare però delle considerazioni per riportare il problema entro limiti praticabili. Si osserva che incrementando l'accelerazione non cambia il periodo e quindi la risposta per cui le sollecitazioni (nell'ipotesi di linearità gli effetti si possono sovrapporre) variano linearmente con le azioni. Vi sarà quindi una parte delle sollecitazioni invariante (non scordiamo l'ipotesi di comportamento lineare!) con l'accelerazione ed una parte delle sollecitazioni da essa dipendenti. E' quindi sufficiente trovare il moltiplicatore di queste sollecitazioni che porti le sollecitazioni complessive ai valori di collasso.
Il problema di carattere informatico è quindi quello di calcolare con sufficiente accuratezza le resistenze di collasso. Questo è un problema che non viene mai posto quando si snocciolano banali formule di interpolazione dei tempi di ritorno. Basti pensare che, nel caso di presso-flessione deviata, l'approssimazione di composizione quadratica dei momenti ultimi secondo i due assi porta a delle approssimazioni anche maggiori del 20%, ed allora ci si chiede che senso abbia cercare il pelo nell'uovo tramite formulazioni statistiche e probabilistiche formalmente ineccepibili quando non ci si cura della qualità dei dati di ingresso.
In ExSys, come in tutti i programmi Softing, si usano metodi computazionali sofisticati soprattutto nelle funzioni più basilari. Il momento ultimo di una sezione sottoposta a presso-flessione deviata è calcolato tramite analisi non lineare della sezione garantendo con ciò non solo l'accuratezza ma soprattutto la “robustezza” e cioè l'affidabilità del metodo indipendentemente dalla aleatorietà dei dati sottopostigli.
Exys, per le strutture esistenti, valuta la PGA di collasso e il tempo di ritorno di collasso sia della struttura prima che dopo l'adeguamento consentendo di soddisfare le esigenze burocratiche che certo non trascuriamo soprattutto quando possono dare accesso ai finanziamenti previsti per queste situazioni.
Consigliamo di consultare anche ExSys e gli altri i documenti presenti su questo sito.